Francesco Parma

Negli anni ’70 il libro di Albertarelli “A pesca coi campioni” (capitolo su Mario Riccardi) mi ha fatto innamorare della pesca a mosca. A 16 anni mi sono fatto portare da mio padre all’Armeria Buzzini a Milano a comprare una canna in fibra di vetro, un mulinello con coda e 10 mosche e da lì sono partito autodidatta costruenedo e pescando malamente trote sul Melezzo (ma ai tempi c’era acqua e c’erano pesci). Un giorno del 1985 mio padre mi disse “nel dopolavoro della ditta Parma c’è un gruppo di pescatori a mosca” e una sera della settimana dopo ero già seduto ad un tavolo con Dodo e Ferrando a parlare di pesca. All’inizio eavamo solo in cinque ma piano piano negli anni siamo cresciuti come gruppo e abbiamo pescato insieme tante volte. Dal Dodo ho assimilato la passione per la sommersa e da li ho praticamente pescato quasi sempre con quel sistema (al punto da pescare sotto anche con le Cul De Canard). Il mio maestro di pesca, anche di vita, è stato Dodo al quale sarò sempre riconoscente. Da 20 anni lavoro al sabato e per questo ho dovuto abbandonare le pescate in gruppo ma la pensione si avvicina e se le gambe terranno si potrà riprendere a fare qualche uscita insieme. Alcune delle mie creazioni più collaudate sono incorniciate e appese in sede. Curiosità: da circa 35 anni non ho mai cambiato le mie code Air Cel Supreme DT4-5-6 (le ho girate 20 anni fa, mentre il finale a treccia costruito da me è sempre lo stesso!).

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